In sostanza, si ipotizza che tutte le imprese operanti in un distretto industriale optino congiuntamente per una tassazione consolidata, esattamente come avviene per molti gruppi industriali e bancari.
Questo significa che i redditi che ogni impresa produce in proprio non saranno soggetti ad autonoma tassazione, bensଠconfluiranno ogni anno in un unico calderone soggetto a IRES: ciಠconsente di compensare utili e perdite con significativi vantaggi per tutti.
Ma non basta: nei primi tre anni (e, su opzione esplicita, anche negli anni successivi) il distretto concorderà con l’Agenzia delle Entrate un reddito complessivo predeterminato forfettariamente, su cui pagare le imposte. Alla determinazione di tali valori concorreranno anche le rappresentanze locali delle associazioni produttive.
L’opzione per la pianificazione fiscale triennale, comunque, sarà esercitabile anche da parte dei distretti che non avranno optato per la tassazione unitaria.
A quel punto, se il distretto pagherà regolarmente quanto dovuto sarà possibile evitare accertamenti: l’Agenzia si limiterà a monitorare il corretto svolgimento degli adempimenti.
La ripartizione degli oneri fiscali comuni fra le singole imprese dovrà avvenire sulla base di non meglio precisati “criteri di trasparenza e parità di trattamento, sulla base di principi di mutualità â€, fondati sulla “attitudine alla contribuzione†di ogni impresa aderente.
Su questo punto poco chiaro, e anche sulle modalità per individuare con esattezza quando una rete di imprese èdefinibile come distretto, sarà importante vedere i chiarimenti che fornirà l’Agenzia delle Entrate.
In tutti i casi, le agevolazioni fiscali di ogni genere riconosciute in capo ad un’impresa resteranno alla stessa e non saranno travasate al distretto.