Le controversie fiscali si possono risolvere con la conciliazione che consiste nella negoziazione tra le parti del prezzo da pagare per risolvere la controversia. Le somme dovute possono essere pattuite in udienza o per via extragiudiziale.
La conciliazione giudiziale èl’ultima possibilità che un imprenditore o un cittadino ha per fare pace con il Fisco. Si puಠavere nel caso in cui la controversia rientri nella giurisdizione della Commissione tributaria di primo grado e avviene sulla base di un cosiddetto accordo transattivo. Ha natura negoziale per cui le parti devono manifestare la volontà di raggiungere accordo.
àˆ possibile ricorrere a questo istituto nel caso in cui la controversia coinvolga la competenza delle commissioni tributarie sia sui tributi di ogni genere e specie, sia sui contributi per il Servizio Sanitario Nazionale, sia sulle sovrimposte, le addizionali, le sanzioni amministrative, gli interessi e gli accessori. Non si puಠusare la conciliazione per tutti gli atti di esecuzione forzata tributaria con la successiva notifica della cartella di pagamento.
Durante la conciliazione si puಠfissare la misura del tributo utile ad estinguere il contenzioso ma ci si puಠaccordare anche soltanto per alcuni aspetti dell’atto tributario perchè tutto il resto ègestito secondo l’iter ordinario. Questo vuol dire che si ha l’estinzione del giudizio quando si raggiunge l’accordo e non c’èpi๠la materia del contendere.
La domanda di conciliazione deve essere inoltrata non oltre la prima udienza, oppure entro i 60 giorni dall’udienza se èstato stabilito cosଠdalla commissione sulla base del comma 4 dell’articolo 48 del decreto legislativo che regola queste situazioni.
I versamenti che seguono un accordo devono essere saldati entro 20 giorni dalla redazione del verbale, in un’unica soluzione oppure tramite rate trimestrali se gli importi superano la soglia dei 51645,69 euro.