àˆ raro che una dichiarazione esca indenne da un controllo sostanziale: di solito l’Amministrazione Finanziaria troverà qualcosa da ridire e da rettificare. Ma non si pensi che questo comporti per forza volontà evasive da parte del contribuente: pi๠spesso, si tratta di semplici errori di calcolo o d’interpretazione della legge, o difficoltà a documentare esaurientemente oneri detraibili.
E poichè la parola dell’Amministrazione Finanziaria non costituisce legge incontestabile, da queste situazioni sorgono con grande frequenza le controversie che si trascinano davanti alla magistratura tributaria, con una buona percentuale di vittoria finale da parte del cittadino.
Poichè la verifica sostanziale su una singola dichiarazione èun lavoro molto lungo e complesso (soprattutto se si tratta di imprenditori e professionisti), èimpensabile che ogni contribuente sia soggetto a controlli di questo genere: in realtà il discorso riguarda solo una ridotta percentuale di cittadini ogni anno.
All’inizio di ogni anno, infatti, la direzione centrale dell’Agenzia delle Entrate stabilisce dei parametri generali per identificare i contribuenti da sottoporre a controllo: incongruità agli studi di settore, appartenenza ad un settore imprenditoriale in cui l’evasione dilaga, spese deducibili eccessivamente alte eccetera.
Sulla base dei parametri generali, le direzioni regionali stabiliscono dei sottoparametri pi๠dettagliati che tengano conto delle specificità del territorio, e la piramide si chiude con l’analogo lavoro svolto dagli uffici locali. A quel punto, si stende l’elenco dei contribuenti da controllare quel dato anno.