Il principio generale, da tutti conosciuto, èche, nel tempo, si ridurranno fino a sfiorare lo zero i trasferimenti dallo Stato a Regioni ed Enti Locali, che invece monetizzeranno con propri tributi le somme che prima piovevano da Roma.
Il punto èche la strada di gran lunga principale per questa monetizzazione deriverà dai tributi sugli immobili, fra cui la cedolare secca sugli affitti e la nuova IMP, introdotte (ancora sulla carta) nei giorni scorsi.
Il valore degli immobili del Mezzogiorno, perà², èmediamente molto pi๠basso di quelli del Settentrione del Paese, mentre i trasferimenti che dovranno essere sostituiti si concentrano principalmente al Sud. Perciಠla base imponibile “meridionale†èminore rispetto a quella “padanaâ€. Se perಠil risultato finale dovrà premiare il Sud (per compensare il maggior gettito che verrà meno) e se la matematica non èun’opinione, necessariamente nel Mezzogiorno si dovranno adottare aliquote molto superiori rispetto a quelle applicate al Nord.
Ad esempio, l’IFEL stima che oggi i trasferimenti statali alla Campania pesino per 376 euro pro-capite, contro i 232 del Veneto. Se essi verranno meno, le tasse locali campane saranno per forza di cose pi๠salate di quelle venete.
Discorso pi๠difficile da decifrare, poi, per le Regioni a statuto speciale, a loro volta beneficiarie di elevati trasferimenti.
àˆ pur vero che entrerà in funzione il famoso fondo perequativo, che favorirà le Regioni pi๠svantaggiate (in pratica facendo rientrare i trasferimenti dalla finestra), ma in misura comunque nettamente minore rispetto all’attuale sistema di finanza derivata.
Fonte: La Repubblica