Le liste d’attesa sono sempre troppo lunghe negli ospedali pubblici al punto che gli italiani preferiscono rinunciare ai trattamenti offerti dal sistema sanitario. Un’amare conclusione e una difficile scelta per i malati che fotografa un’emergenza sociale.Â
Il Censis ha indagato sulle spese sanitarie sostenute dagli italiani e questo èil risultato:
Anche le spese di welfare sono richiamate come esempio di nuove spese o spese pregresse in rialzo in grado di far traballare la sostenibilità familiare; sono il 34,9% le famiglie che negli ultimi dodici mesi hanno visto emergere nuove spese e/o aumenti di spesa relativi alla salute che stanno intaccando la tenuta economica del proprio budget.
In particolare (tab. 17):
– oltre il 34% degli intervistati indica come spese che stanno generando impatti destabilizzanti sul reddito familiare la spesa per i ticket per farmaci e/o visite specialistiche e/o accertamenti diagnostici;
– il 32,4% segnala la spesa per le visite mediche specialistiche interamente a proprio carico;
– oltre il 20%, gli accertamenti diagnostici interamente a proprio carico.
Tali dati pongono l’accento sull’effetto particolarmente regressivo che hanno le spese sanitarie private, quelle interamente a carico dei cittadini, presumibilmente non rinviabili, che derivano da prestazioni che i cittadini stentano ad avere tempestivamente nel pubblico a causa delle lunghe liste di attesa. Le spese per visite mediche ed accertamenti diagnostici a pagamento impattano negativamente sui bilanci, rispettivamente, del 37,6% e del 27,4% delle famiglie a basso reddito. La regressività della spesa sanitaria privata quindi èlegata solo in parte alle manovre di finanza pubblica che hanno colpito la sanità , perchè rinvia anche alla insufficiente offerta pubblica rispetto alla dinamica della domanda, che in alcuni contesti rende inevitabile il ricorso alla sanità privata se si vuole avere accertamenti o terapie in tempi rapidi, o percepiti come tali.