La decisione del Governo Monti di spostare le forze e le risorse disponibili, anche quelle eccedenti alle previsioni poichè derivanti dall’intensificarsi degli sforzi della lotta all’evasione fiscale, dalla crescita economica e dalla ripresa dei consumi (emblematica, a tal proposito, sarebbe la conferma dell’aumento dell’IVA pur di proseguire sulla rotta della riforma fiscale) al rigore dei conti pubblici ed all’approvazione delle riforme, ad avviso dell’Esecutivo, maggiormente stringenti, quale la già citata riforma fiscale piuttosto che le semplificazioni o le liberalizzazioni (con l’evidente intento di riformare l’intero organismo statale prima di procedere al rilascio della tensione fiscale gravante sui contribuenti), avrebbe grandemente ridotto i fondi a disposizione delle detrazioni IMU, argomento del quale già vi parlammo in un nostro precedente articolo.
Se a questa considerazione si dovesse aggiungere la certezza, matematica, che nessun Comune italiano potrà fare sconti e dovrà applicare, nel maggior numero di casi, le massime aliquote possibili per legge (equivalenti al 10,6 per mille per banche ed assicurazioni), ben si comprenderebbe come tutti gli analisti, a partire dagli esperti de Il Sole 24 Ore, possano azzardare, specie nei confronti delle attività commerciali, la succitata ipotesi.