In generale ciಠemerge quasi sempre con i sistemi informatici adottati dall’Agenzia delle Entrate, ma nel frattempo si ècreato un danno non sempre sanabile nelle casse dell’Erario, accompagnato per di pi๠da sanzioni piuttosto lievi e patteggiabili per i colpevoli.
Vincenzo Visco aveva adottato nel 2006 un rigidissimo sistema di autorizzazione preventiva per le compensazioni superiori ai diecimila euro annui, ma per la sua complessità tecnica esso non èmai entrato in vigore ed èinfine stato soppresso.
Il suo successore Tremonti èperಠtornato sull’argomento, prima col decreto anticrisi del novembre scorso e in seguito con la recentissima manovra estiva, con particolare attenzione all’imposta sul valore aggiunto, in cui gli abusi sono pi๠frequenti.
Le novità sono numerose e vanno esaminate con ordine. Iniziamo dalle sanzioni.
Viene sancita la distinzione – prima ininfluente – fra crediti inesistenti (cioèinventati di sana pianta dal contribuente) e crediti non spettanti, fattispecie meno grave.
Laddove un debito d’imposta sia compensato in F24 con crediti non spettanti, infatti, il contribuente sarà chiamato a pagare il dovuto con l’aggiunta di una sanzione pari al 30% dell’importo, mentre, nell’ipotesi di crediti inesistenti, la sanzione oscilla fra il 100 e il 200% nella generalità dei casi ed èpari inderogabilmente al 200% qualora l’abuso superi la soglia di cinquantamila euro.
In nessun caso èconsentita la definizione agevolata, ossia il meccanismo col quale il contribuente che paga senza contestare vede ridursi ad un quarto la sanzione irrogata.