Il rapporto dell’OCSE sulla pressione fiscale nelle economie globali rivela che l’Italia èancora maglia nera in Europa per quanto riguarda le tasse e questo cattivo primato deriva dall’erronea applicazione dell’IVA e dalle tasse sulle imprese che risultano superiori alla media.Â
L’Italia èai vertici della classifiche sulla pressione fiscale, sia in riferimento al contesto europeo, sia in riferimento al contesto globale. I governi hanno cercato di ridurre le tasse ma non hanno ottenuto alcun risultato e in una classifica che parla di pressione fiscale l’Italia èsaldamente al quinto posto nel mondo.
Il rapporto dell’OCSE confronta il sistema di riscossione dei tributi nelle economie globali, valutando anche il peso che le tasse hanno sui contribuenti. Le statistiche del 2013 dicono che:
- il rapporto tra entrate fiscali e PIL in Italia èmigliorato passando da 42,7 Â al 42,6 per cento,
- l’Italia mantiene comunque la quinta posizione preceduta da Danimarca, Francia, Belgio e Finlandia,
- l’Italia resta al quinto posto nonostante molti paese abbiamo aumentato la pressione fiscale per far fronte alla crisi, ade esempio Portogallo (+2,2%) e Turchia (+1,77%),
- la media delle tasse OCSE èaumentata dal 33,7 al 34,1 per cento,
- nel Vecchio Continente la pressione fiscale èpi๠alta che negli Stati Uniti,
- in Europa i paesi in cui si pagano meno tasse sono la Germania (36,7%), Regno Unito (32,9%) e Spagna (32,6%).
Se volessimo fare uno zoom sulla realtà italiana scopriremmo che il peso delle tasse nel nostro Paese ècosଠdistribuito:
- 32,8 per cento imposte sui redditi delle persone fisiche,
- 7% tassi sui profitti delle aziende,
- il 30,3% dai contributi sociali e previdenziali,
- il 25,5% dalle imposte dirette sui consumi,
- il 6,3% dalle tasse sugli immobili.
Rispetto all’IVA l’OCSE sostiene che il nostro paese non ha un prelievo efficace, 0,38 contro i 0,55 della media OCSE per via di esenzioni ed evasione fiscale.