Il Decreto del Fare approvato nelle scorse settimane dal Governo Letta ha modificato alcune norme inerenti al pignoramento dello stipendio e della pensione. Le misure del Decreto del Fare su Equitalia e crescita sono state molto incisive e hanno cercato di dare fiato ad una situazione economica diventata insostenibile in Italia.
In particolare èstato stabilito che il pignoramento di stipendio e pensione èvietato sull’ultimo emolumento di accredito sul conto del contribuente. Il decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, detto decreto del fare, ha visto questa modifica dell’ultima ora in fase di ratifica e ancora non era stato notato dai principali organi di stampa.
Il decreto del Fare èinfatti in vigore dal 22 giugno 2013 e oltre questa ha introdotto modifiche importanti alla disciplina della riscossione, e in particolare ha cercato di dare fiato alle imprese e ai cittadini che si trovano in una grave situazione economica che prevede il pignoramento oppure l’ipoteca dei propri beni. Ulteriori modifiche sono arrivate per permettere una maggiore rateizzazione delle cartelle esattoriali.
Il pignoramento immobiliare èstato modificato infatti il decreto ha disposto il divieto di effettuarlo sulla prima casa, nel caso in cui si tratti dell’unico bene immobile del debitore e nel caso in cui non sia una abitazione di lusso. La novità èche la norma si applica anche ai pignoramenti già eseguiti, come ha chiarito la stessa Equitalia in una recente comunicazione ufficiale a chiarimento della nuova norma.
Le novità del decreto “del fare†sul pignoramento riguardano perಠanche un aspetto altrettanto sensibile, come il pignoramento di stipendio e pensioni.
Già un precedente decreto legislativo, in particolare il n. 16 del 2012 si era interessato al pignoramento di questi introiti, introducendo nuovi limiti di pignorabilità su stipendi e pensioni, con l’articolo 72 ter del DPR 602/1973. Il testo di legge era stato intitolato infatti “Limiti di pinograbilità â€.
Adesso si èstabilito che si puಠprocedere al pignoramento su stipendi, salari o altre indennità relative al rapporto di lavoro, comprese le pensioni, secondo dei particolari limiti:
- 1/10 per stipendi/pensioni/salari/altre indennità derivanti dal rapporto di lavoro fino a 2.500,00 €;
- 1/7 per stipendi/pensioni/salari/altre indennità derivanti dal rapporto di lavoro netti da 2.500,00 € a 5.000,00 €.