Arriva dall’Agenzia delle Entrate la Black List aggiornata dei paradisi fiscali, in pratica i Paesi a ‘fiscalità privilegiata’ che rientrano all’interno di un regime di osservazione speciale.
àˆ anche vero la a Legge di Stabilità 2016 ha cancellato i commi dal 10 al 12-bis dell’articolo 110 del Tuir in pratica eliminando l’obbligo di comunicazione delle operazioni effettuate tra l’Italia e le aziende domiciliate in Paesi che appartengono alla lista nera.Â
Nonostante non sia poi cosଠutile, l’Agenzia delle entrate continua diramare la lista di paesi definiti come“paradiso fiscale†che presentano una tassazione bassissima e la scarsa disponibilità allo scambio di informazioni con altri Paesi.
In attesa che nel 2018 arrivi l’elaborazione di una Black List di rango europeo che possa superare la frammentazione dei vari elenchi nazionali, ecco la lista aggiornata dei 12 paesi.
Andorra, Bahamas, Barbados, Barbuda, Brunei, Gibuti, Grenada, Guatemala, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Vergini statunitensi, Kiribati, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Maldive, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Oman, Polinesia francese, Saint Kitts e Nevis, Salomone, Samoa, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Sant’Elena, Sark, Seychelles, Tonga, Tuvalu, Vanuatu.Â
Ci sono poi dei Paesi che vengono salvati per alcuni settori o attività specifiche come specificato nell’articolo 2 del DM del 23 gennaio 2002. Si tratta nel dettaglio dei due paesi, il Bahrein e Monaco. Nel caso del Bahrein vengono escluse le società che svolgono nel Paese attività di esplorazione, estrazione e raffinazione nel settore petrolifero e nel caso di Monaco, vengono escluse le società che realizzano almeno il 25% del fatturato fuori dal Principato.
PARADISI FISCALI, LA LISTA NERA DELL’EUROPA
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