Quando arriva il momento di cercare un lavoro, non sempre si trova quello che si aveva immaginato, nemmeno quando si ha un buon curriculum, una comprovata esperienza e qualche titolo a sostegno di tutto il resto. Questo è sicuramente uno dei motivi per cui, oggi in Italia, fino al 63% delle attività imprenditoriali sono ditte individuali. Ma cosa sono queste ditte individuali e come dovrebbe fare la dichiarazione dei redditi una ditta individuale?
Bene, partiamo dall’inizio per cercare di chiarire ogni dubbio. Una ditta individuale è una forma giuridica che permette di aprire una partita iva e poter così lavorare in autonomia. Qualcosa che può essere fatto anche dalle persone come singoli soggetti. Per quanto riguarda le modalità di compilazione della dichiarazione dei redditi, è sempre consigliabile (soprattutto quando tutto questo settore è sconosciuto) affidarsi a professionisti, come sarebbe il caso di Xolo che fornisce una piattaforma con funzionalità dalla stessa apertura della partita IVA, alla gestione contabile e argomenti simili ai liberi professionisti e in particolare ai liberi professionisti digitali di fascia alta, come possono essere degli scrittori, esperti di marketing, fotografi, ecc.
Il fatto che questa forma di occupazione continui ad aumentare (secondo dati dello stesso Osservatorio sulle partite Iva indicano che nel terzo trimestre del 2022 si sono create oltre 94.000 nuove partite Iva) ha molto a che fare con alcune delle iniziative che il governo italiano ha deciso di varare per semplificare la gestione della contabilità. Una di queste misure, ad esempio, è stata la possibilità di avere la dichiarazione precompilata che, pur dovendo essere sempre rivista e approvata dal titolare della partita Iva, rende questa gestione più vicina a quella che già hanno i lavoratori dipendenti.
Vediamo ora come calcolare le aliquote di una ditta individuale a seconda dei diversi regimi fiscali. In realtà, queste informazioni sono fondamentali per poter realizzare un buon ed efficace business plan, poiché le tasse da pagare sono, dopo tutto, parte dei costi di gestione dell’attività imprenditoriale. Solo tenendo a mente queste dati si possono evitare gravi errori e fare un passo nella giusta direzione per avere un’attività di successo.
Come calcolare le tasse nella ditta individuale
Se è vero che per poter lavorare in autonomia aprire una partita Iva è un vantaggio, non lo è meno il fatto che comporti una responsabilità importante. Uno dei fattori più notevoli è infatti il fatto che, ovviamente, comporterà il corrispondente pagamento delle tasse.
In ogni caso il dover pagare le tasse è qualcosa a cui prestare la massima attenzione, ma quando si lavora come libero professionista lo è ancora di più perché è il soggetto titolare in prima persona di detta partita iva a esserne il diretto responsabile. Per determinare i tributi di una ditta individuale bisognerà valutare: i diritti camerali e il reddito imponibile.
L’iscrizione alla Camera di Commercio si rinnova annualmente e, a seconda della regione in cui si trova l’azienda, avrà un costo che varia dai 150€ ai 300€. Per quanto riguarda il reddito imponibile, questo sarà stabilito in base al regime fiscale che può essere ordinario o forfettario.
Regime ordinario o forfettario
Sia il regime ordinario che il regime forfettario prevedono una serie di tributi che dovranno essere versati a fine anno. Tuttavia, il calcolo della base imponibile viene effettuato in modo diverso.
Quando si fa riferimento al regime ordinario si utilizza il sistema della competenza, il che significa che si tiene conto quando un’operazione è stata conclusa con l’invio della fattura e non quando è stata incassata. Le imposte da liquidare saranno:
- IRPEF (Imposta sulle Persone Fisiche, cioè un’aliquota che prende come riferimento il reddito delle persone fisiche. L’importo è determinato sulla base di un principio progressivo)
- IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive. È un’imposta che viene versata direttamente alla Regione dove ha sede l’impresa. Sebbene il valore non sia uniforme, è previsto un limite massimo del 3,9% della base imponibile. Alcuni soggetti sono esenti, come ad esempio i professionisti autonomi o le ditte individuali.
- IVA (Questa imposta sui consumi avviene in modo proporzionale in base al valore del bene acquistato. L’IVA ordinaria prevede una percentuale del 22%, ma per alcuni beni è prevista l’applicazione di un valore ridotto pari al 4%, al 5% e al 10%)
Con il regime semplificato si utilizza invece il principio per cassa. Inteso come che sì
prende come riferimento il momento in cui è stata eseguita un’operazione.
Scadenze per pagare le tasse con una ditta individuale
Per pagare le tasse come ditta individuale bisogna compilare il Modello Redditi ex Unico e c’è un calendario già prefissato.
Il pagamento, contestualmente, può essere effettuato in diverse modalità. In un’unica soluzione o con acconto e saldo.
Se si sceglie di pagare in un’unica soluzione e il pagamento è inferiore a 257,52 euro, dovrà avvenire entro il 30 novembre. Se è necessario effettuare delle rate, sono stati pensati due step da seguire. La prima rata del 40% del totale entro il 16 giugno (o il 18 luglio con maggiorazione) e il resto entro il 30 novembre.
Per le partite IVA che hanno il regime ordinario, quindi, devono pagare l’IVA, è previsto che lo facciano mensilmente entro il giorno 16 del mese successivo o su base trimestrale. Se si sceglie questa seconda opzione, si parlerebbe di tre date da tenere a mente: 16 maggio, 20 agosto e 16 novembre. In questo caso viene utilizzato il modello noto come F24.