La tassa relativa ai rifiuti èun’ossessione per i cittadini tanto quanto per le imprese. E a ragione visto l’aumento del tributo negli anni. In proposito c’èun’indagine fatta dalla CGIA di Mestre che parla del cambiamento di questa imposta nel tempo.
La Tari èstata introdotta con la Legge di Stabilità 2014, in ossequio al principio comunitario “chi inquina pagaâ€: in buona sostanza si èvoluto sancire la corrispondenza tra la quantità di rifiuti prodotti e l’ammontare della tassa ma alla fine, come spiega anche la CGIA di Mestre: le inefficienze delle società addette all’asporto dei rifiuti sono state scaricate sui cittadini. Ecco la parte pi๠interessante del comunicato:
Tra il 2010 e il 2015, fa notare l’Ufficio studi della CGIA, una famiglia con 4 componenti che vive in una casa da 120 mq ha subito un aumento del prelievo relativo all’asporto rifiuti del 25,5 per cento, pari, in termini assoluti, ad un aggravio di ben 75 euro. Quest’anno dovrà versare al proprio Comune ben 368 euro di Tari. Un’altra di 3 componenti, che abita in un appartamento da 100 mq, ha subito un aumento del 23,5 per cento (+57 euro). Nel 2015 dovrà versare quasi 300 euro. Un nucleo di 3 persone che risiede in un’abitazione da 80 mq, invece, ha dovuto pagare il 18,2 per cento in pi๠(+35 euro). In questo caso, l’importo complessivo che dovrà pagare per i rifiuti sarà pari a poco pi๠di 227 euro.
Per le attività economiche, le cose sono andate anche peggio. Nonostante la forte riduzione del giro d’affari, ristoranti, pizzerie e pub con una superficie di 200 mq hanno subito un incremento medio del prelievo del 47,4 per cento, pari, in termini assoluti, a +1.414 euro. Un negozio di ortofrutta di 70 mq, invece, ha registrato un incremento del 42 per cento (+ 560 euro), mentre un bar di 60 mq ha dovuto versare il 35,2 per cento in pià¹, pari ad un aggravio di 272 euro. Pi๠contenuto, ma altrettanto pesante, l’aumento subito dal titolare di un negozio di parrucchiere (+23,2 per cento), dai proprietari degli alberghi (+17 per cento) e da un carrozziere (+15,8 per cento).
Questi risultati, sottolinea la CGIA, sono stati ottenuti dopo aver preso in esame le tariffe sui rifiuti applicate alle famiglie e alle imprese nei principali Comuni capoluogo di regione.
Nel corso degli ultimi anni sono state numerose le novità che hanno riguardato il prelievo sui rifiuti. Fino a qualche anno fa pagavamo la Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), anche se molti Comuni l’avevano rimpiazzata con la Tia (Tariffa di igiene ambientale). Nel 2013 il legislatore ha introdotto la Tares (Tassa sui rifiuti e servizi), mentre dal 2014 quest’ultima ha lasciato il posto alla Tari (Tassa sui rifiuti).