L’aumento dell’imposta sul valore aggiunto, Iva, fino al 22% ènel mirino delle modifiche parlamentari. Il decreto legge sull’occupazione approvato in settimana ha stabilito che per il momento non si procederà all’aumento e ha rinviato per il momento di tre mesi l’aumento, spostandolo dal 1 luglio al 1 ottobre 2013. L’incremento dell’aliquota ordinaria dell’imposta sul valore aggiunto ècomunque osteggiato fortemente da tutte le parti politiche, in particolare dalla componente di centro destra del Governo Letta, che lo ha preso come impegno elettorale nelle ultime elezioni politiche 2013.
Il Consiglio dei ministri ha adottato mercoledଠil decreto sull’occupazione e ha sancito proprio per le forti spinte del PDL, il rinvio dell’aumento dell’aliquota Iva ordinaria, perಠha lasciato aperta la strada alle manovre parlamentari per spostare ulteriormente questo aumento. Il Parlamento dovrà farsi carico di trovare le giuste coperture finanziarie tra le varie pieghe del bilancio statale. Solo attraverso il reperimento dei fondi necessari potrà essere ulteriormente rinviato l’aumento in attesa magari di tempi migliori e di decisioni a livello europeo che aprano i cordoni della borsa degli stati membri. Le speranze dei partiti politici in Parlamento èquello di arrivare almeno al 2014 e magari di annullare questo ulteriore aumento di tassazione sui consumi.
Si profilano dei cambiamenti nelle ultime ore, infatti il testo del decreto occupazione scritto dal Governo èstato soggetto a diverse limature e proprio il capitolo relativo all’imposta sul valore aggiunto Iva dedicato al suo rinvio èoggetto di discussione. Alcuni sostengono che dovrà essere breve, altri invece che sia a lunga scadenza
Il problema ovviamente èsempre quello della copertura finanziaria per poter spostare pi๠o meno, o magari addirittura annullare lo scatto dell’Iva, decisa dal Governo Berlusconi e riconfermata dal Governo Monti con l’appoggio di tutte le forze politiche, le stesse che adesso compongono il Governo Letta, ma in veste politica e non tecnica.
Il rinvio di tre mesi dell’aumento Iva 22% dal 1 luglio al 1 ottobre 2013 richiede 1 miliardo e 59 milioni di euro di copertura. Gli strumenti per coprire il mancato aumento sono stati trovati con l’imposizione di una tassazione del 58,5% sulle e-cig, le sigarette elettroniche, che ha fatto gridare allo scandalo i produttori che si trovano da un giorno all’altro una tassazione di quasi il 60%, che fino ad adesso era lo 0%. L’altra parte di copertura èstata trovata nell’anticipo degli acconti fiscali, Irpef, Ires e Irap . Le polemiche e le discussioni sono già in corso all’interno del Governo, ma pare che le forze politiche siano convergenti sul trovare il modo di farlo slittare nuovamente anche se il motivo del contendere sono i settori sul quale intervenire per reperire risorse.