Ma la nuova società pubblica incaricata di gestire la riscossione dei tributi erariali, Equitalia, non èriuscita ad evitare la stessa inquietante sequenza di errori dei suoi predecessori nell’incarico.
Lo sa bene un operaio di Reggio Emilia, che si èvisto recapitare pochi giorni fa l’astronomica richiesta di 309 miliardi di euro, tanto quanto basterebbe per abbattere di un buon 15% il nostro debito pubblico. Da questo punto di vista puಠquasi tirare un sospiro di sollievo il veterinario del piccolo centro di Arceto di Scandiano, che si èvisto richiedere “appena†900 milioni.
Ma come questi due sfortunati concittadini, anche altri quattro o cinquemila contribuenti dell’Emilia Romagna hanno ricevuto o stanno per ricevere ingiustificate cartelle di pagamento partorite da chissà quale bug dei sistemi informatici della locale sede di Equitalia, sia pure per importi minori.
Naturalmente, il problema èrisolvibile in maniera molto facile: ai contribuenti interessati sarà sufficiente avvicinarsi agli sportelli di Equitalia e chiedere l’annullamento (o, come minimo, la rettifica) delle cartelle ricevute.
Ma intanto le associazioni dei consumatori e dei contribuenti sono scese sul sentiero di guerra. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha preannunciato la probabile presentazione di una class-action per richiedere il pagamento dei danni per lo shock che gli sventurati concittadini hanno subito nel leggere le incredibili richieste dell’Erario.