Dal punto di vista amministrativo, invece, sono richiesti altri adempimenti, che tuttavia variano secondo la tipologia di impresa che si intende aprire. Vediamo dunque di approfondire gli aspetti legati alle attività commerciali, definite come l’insieme delle aziende la cui funzione èquella di vendere beni in cambio di un corrispettivo in denaro.
Va subito precisato che da una decina di anni le procedure amministrative sono state drasticamente semplificate: il decreto legislativo 114/1998, meglio noto come “legge sul commercioâ€, ha fortemente ridotto il complesso sistema previgente, e in particolare ha abolito la necessità di richiedere una licenza prima di operare.
Oggi, infatti, per la maggior parte dei negozi èsufficiente una comunicazione preventiva al Comune interessato. Ma andiamo per ordine.
Esistono fondamentalmente due tipologie di esercizi commerciali, distinte sulla base dei beni immessi sul mercato: alimentari e non alimentari. Vale la pena ricordare che fino al 1998 le tipologie di merci erano ben quattordici.
La legge prevede in generale due condizioni per chi intende avviare un’attività commerciale: il rispetto di alcune normative di varia natura e i requisiti di onorabilità ; se perಠi beni ceduti sono di natura alimentare, occorre anche un terzo requisito: l’abilitazione professionale. Ad alcune categorie di commercianti sono poi applicate altre regole in deroga.
Vediamo innanzitutto il primo requisito: l’esercizio commerciale deve rispettare tutte le regole urbanistiche e di edilizia; le destinazioni d’uso dei locali utilizzati; le norme igienico-sanitarie; i regolamenti annonari e di polizia urbana. In genere, in Comune èpossibile reperire tutte le informazioni utili per approfondire tutti questi punti di vista.