L’elenco èvasto: si va dalle società di persone a quelle di capitali, dalle cooperative agli enti pubblici economici, dai consorzi ai G.E.I.E. e a ogni altro ente commerciale indipendentemente dalla forma giuridica adottata.
Nel discorso non rientrano, perà², gli enti non commerciali, e cioègli organismi diversi dalle società per i quali l’esercizio di un’attività di impresa assume un carattere secondario.
Per essi, infatti, non èprevista l’iscrizione nel Registro delle Imprese, bensଠsolamente quella nel R.E.A. tramite un documento specifico, il modello R, che vedremo successivamente.
Poichè alcune informazioni richieste dal Modello S1 sono in realtà le medesime da indicare nel Modello I1, in questi casi l’analisi sarà pi๠sintetica, per evitare di ripetere concetti già espressi.
Il modello, corredato da marca da bollo, ècomposto da un preambolo, diciannove riquadri principali e alcuni campi conclusivi.
Nel preambolo, innanzitutto, si indica quale atto si intende registrare con l’occasione.
Sono previste tre possibili caselle da barrare; la prima èla pi๠comune, e fa riferimento al caso di atto costitutivo di quasi tutti gli enti descritti.
La seconda casella, invece, èrelativa all’iscrizione di una società semplice, per cui la legge non prevede obbligatoriamente un atto costitutivo: in questo caso bisognerà , pi๠semplicemente, specificare se il contratto sociale èstato stipulato in forma scritta o verbale.
La terza casella, infine, èda barrare qualora si voglia trasferire un ente già costituito e registrato a suo tempo presso altro ufficio camerale: in tale ipotesi, occorrerà naturalmente precisare la provincia di provenienza e il precedente numero di iscrizione.
Continua con la seconda parte della Guida alla compilazione del modello S1 – 2° parte
Giuseppe