Il sistema di formazione professionale alternativo alla scuola era partito in via sperimentale nel 2003 ma poi ècresciuto sempre di pi๠ed oggi i ragazzi tra 14 e 17 anni che aderiscono al programma di formazione, nel 50% dei casi trovano un impiego. I dati riferiti dall’Adnkronos.Â
Il sistema di formazione professionale funziona e dopo un corso professionalizzante i ragazzi che hanno deciso di abbandonare gli studi hanno comunque delle competenze da sfruttare sul mercato. Non èun caso che il 50% di coloro che entrano in questo circuito trovi poi un lavoro.
I profili formati, in raccordo con le esigenze del mondo produttivo, rispondono alle esigenze delle aziende. E tra le preferenze dei giovani iscritti, la palma va all'”operatore alla ristorazione†(oltre 94 mila iscritti). Segue a distanza la figura dell'”operatore del benessereâ€, con oltre 36 mila iscritti. Ma come spiega a Labitalia Varesi “al Nord la gran parte dei corsi sono legati al settore industriale, mentre spostandosi verso il Sud si affermano quelli legati al settore dei servizi”.
“l’Iefp ha dimostrato sul campo un’alta capacità inclusiva – ha aggiunto Varesi (presidente dell’ISFOL) – nel contrastare il fenomeno della dispersione formativa. Sempre pi๠giovani, scarsamente motivati dalle metodologie scolastiche tradizionali, vedono in questi percorsi un’ottima occasione per acquisire una qualifica e un diploma professionale spendibili nel mercato del lavoroâ€.
Il Rapporto dà conto anche degli esiti occupazionali dei giovani qualificati. Il 50% risulta occupato, il 23,5% disoccupato e il 18,6% in cerca di prima occupazione. I giovani in formazione risultano il 6,6%. Tra gli occupati la maggioranza riveste una posizione lavorativa da dipendente (85,6%), mentre l’8% èautonomo e il 6,4% ha un contratto atipico.