Nelle botteghe degli artigiani e nei negozi si registra un boom di furti. Lo ha denunciato la CGIA di Mestre che documenta anche dove questi furti sono pi๠frequenti.Â
“Le regioni pi๠colpite – segnala il segretario della CGIA Renato Mason – sono quelle del Centro-Nord. Sia in termini assoluti sia in rapporto alla popolazione residente, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, la Toscana, il Piemonte, il Veneto e il Lazio sono state le realtà pi๠colpite da questo reato contro il patrimonio. Sebbene i furti presso le attività economiche siano in costante crescita anche nel Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione meno preoccupante che nel resto del paeseâ€.
Le attività pi๠a rischio
Le attività pi๠a rischio sono quelle che utilizzano pagamenti in contanti, come i distributori di carburante, le farmacie, gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, sale giochi, etc.), le gioiellerie/orologerie e le tabaccherie. Non meno interessate dall’azione dei delinquenti sono i negozi di alimentari, le attività di autoriparazione, i panifici, le gelaterie/pasticcerie, i negozi di vendita di apparecchiature elettroniche e di elettrodomestici, la telefonia, i negozi di abbigliamento, le ferramenta, le attività di bigiotteria, le attività di vendita e di riparazione delle biciclette, i parrucchieri e le estetiste.
La provenienza dei malviventi
La cosa pi๠sorprendente riguarda la cittadinanza e la provenienza di questi malviventi. Tra i 36.700 richiamati pi๠sopra, oltre il 60 per cento degli arrestati era straniero e “solo†il 40 per cento circa di nazionalità italiana. Tra gli stranieri che sono stati catturati dalle forze dell’ordine poco pi๠di uno su 4 era di nazionalità romena (9.956 persone pari al 27,1 per cento del totale degli arrestati nel 2014). Seguono i marocchini (2.291 persone pari al 6,2 per cento del totale) e gli albanesi (1.133 persone pari al 3,1 per cento del totale).