Grazie ad un articolo apparso su Search Engine Journal abbiamo cercato di carpire la lezione di Amazon e Facebook che sono superiori a Google se si vanno ad analizzare i profitti delle singole società . Adesso prendiamo in esame una lezione che arriva da IKEA per capire se e come puಠessere utile.Â
IKEA èun’istituzione ormai, èla principale azienda svedese e i suoi prodotti sono venduti in tutto il mondo. Eppure non tutti sanno che dal punto di vista societario IKEA èuna fondazione non profit che ha sede in Olanda e ha come mission, come obiettivo quello di diffondere l’architettura e il design. Sempre a livello societario, IKEA ècollegata ad altre aziende che hanno la loro sede nelle Antille e nel Lussemburgo e cosଠcapita che debba versare al fisco e soltanto il Olanda il 3,5% di tasse.
A parlare di queste cose che sono additate come un misfatto ma in realtà sono il frutto di una scelta oculata da parte dell’azienda svedese, èAl Jazeera che spiega come essere un’azienda no profit nella forma garantisca a questa azienda profit nei fatti, di pagare pochissime tasse e massimizzare i profitti. I fatti perಠsono un po’ pi๠complessi di quelli che descrive l’emittente araba.
Ikea non èquotata in borsa e questo fa sଠche non abbia l’obbligo di pubblicare i bilanci. A livello societario ècontrollata da un’azienda olandese (Ingka Holding) che èposseduta da una fondazione non profit (Stichting Ingka Foundation) fondata nel 1982 dal fondatore di Ikea con l’idea di diffondere il progresso dell’architettura e dell’interior design.I profitti degli oltre 300 store Ikea presenti in 38 paesi del mondo sono sottoposti ad una tassazione infinitesimale che rendono Ingvar Kamprad uno degli uomini pi๠ricchi del mondo.
La lezione che si trae da questa storia èche prima di creare impresa ènecessario conoscere gli obblighi fiscali che ogni forma societaria o associativa comporta e scegliere la pi๠conveniente restando nei limiti della legalità (ma questa èuna precisazione scontata!).