Le imprese italiane quotate a Piazza Affari, ovvero le società per azioni del nostro paese, attive per la maggior parte nel tanto apprezzato Made in Italy, sono sempre pi๠in mano agli stranieri. Lo rileva uno studio condotto da Unimpresa sul listino presente nella borsa nazionale, dove si vede che 4 società su 10 sono finite sotto dipendenze estere.Â
Continua quindi la tendenza che porta le glorie della produttività italiana a riconoscersi sotto capitali e bandiere di altre nazioni. Il Made in Italy, del resto, vale sempre di pi๠ e le azioni di queste società quotate sono arrivate a segnare un totale di 159 miliardi di euro nell’ultimo anno in quanto ad aumento sulla capitalizzazione.
>Â Il Made in Italy crescerà nei prossimi anni ma non in Italia
Solo nell’ultimo anno, infatti, a Piazza Affari il capitale delle Spa quotate del nostro Paese èpassato da 354,7 miliardi di euro a 514,3 miliardi con una crescita pari al 45 per cento. Aumenta quindi ad un certo ritmo il numero degli azionisti non italiani, che raggiunge il 41 per cento delle partecipazioni totali del nostro Paese.
>Â Nel Made in Italy prevale la delocalizzazione
Per quanto riguarda invece le imprese non quotate, secondo il rapporto di Unimpresa, la maggior parte, pari al 53 per cento, sono in mano a gruppi familiari italiani. Le famiglie hanno comunque un certo peso anche nel sistema delle società quotate, almeno nell’ultimo anno, con un certo aumento nelle partecipazioni.
La tendenza, tuttavia, sottolineata anche da Bankitalia in un suo rapporto èquella che vede una crescita del valore delle Spa italiane presenti nel listino di Piazza Affari.