Innanzitutto, èrichiesto che nello statuto sia escluso lo scopo di lucro, e dunque la possibilità di dividere gli eventuali utili, che devono invece essere reinvestiti; analogamente, deve essere previsto che al momento della cessazione il patrimonio residuo di liquidazione deve essere devoluto ad Onlus o altri enti no-profit.
Inoltre, l’impresa sociale non deve partecipare nè essere partecipata da una società lucrativa. Ancora: deve essere stabilito che l’attività non deve essere rivolta solo ai membri interni bensଠanche a favore di consumatori esterni.
Ma in cosa deve consistere tale attività ? Che si tratti di produzione di beni o di prestazioni di servizi, l’importante èche esso soddisfi uno o pi๠degli obiettivi sociali indicati dalla legge: assistenza sociale e sanitaria; educazione, istruzione e formazione; tutela dell’ambiente; valorizzazione del patrimonio culturale; turismo sociale; formazione universitaria e post-universitaria; formazione extra-scolastica finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica; ricerca ed erogazione di servizi culturali; servizi ausiliari compiuti a favore di altre imprese sociali.
Tali attività devono essere esercitate in via esclusiva o principale dall’impresa sociale. Il requisito della principalità èsoddisfatto qualora almeno il 70% dei ricavi derivino da codeste funzioni.
Ma esiste un’altra strada perseguibile per ottenere la qualifica di impresa sociale: l’attività deve consistere nel favorire il ricollocamento nell’ambito lavorativo di persone disabili, e l’organico della stessa impresa deve essere costituito, almeno per il 30%, ugualmente da lavoratori svantaggiati.
In ogni caso, l’impresa sociale si costituisce esclusivamente con atto pubblico.