Le imprese del settore dell’edilizia non sono ancora uscite dalla pesante crisi che le ha coinvolte nell’ultimo periodo. In modo particolare ha pesato il ritardo che si ègenerato nei pagamenti della pubblica amministrazione, ma anche la lentezza delle procedure burocratiche e la mancanza di fondi. Il risultato èstato accusato da circa l’81 per cento delle imprese del settore. Per questo motivo circa una metà del totale ha ridotti gli investimenti, mentre un terzo di queste ha proseguito nei licenziamenti.Â
A denunciare questa situazione èstato il presidente dell’ANCE stessa, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, che ha fornito i dati in una audizione alla Camera. Per l’Ance gli sforzi del Governo sono stati utili ma per il momento ancora troppo limitati per produrre risultati importanti nel settore, uno dei pi๠colpiti dalla crisi economica.
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Particolarmente grave la situazione nei lavori pubblici, dove vi sono ancora al momento circa 10 miliardi in sospeso per il problema dei ritardi nei pagamenti e dove i tempi di attesa per le erogazioni del credito sono piuttosto lunghi, ovvero pari a 7 mesi.
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Anche una delle ultime risorse del governo, il decreto legge Sblocca Italia, da poco varato, non ha incontrato le aspettative dei costruttori, che si aspettavano uno sforzo maggiore. Per questi ultimi il decreto ècomunque ispirato a misure di austerità e non farà ripartire la crescita economica.
Gli interventi per l’edilizia sono quindi ancora troppo pochi e orientati verso gli stessi canali del passato.