Il 2014 non sarà ancora l’anno della ripresa per l’Italia, soprattutto nel ramo del commercio, perchè il IL entro fine anno calerà dello 0,2 per cento e nel 2015 gli aumenti saranno comunque piuttosto contenuti. Lo afferma la Confesercenti in una sua recente analisi, che vede per l’anno prossimo una crescita debole allo 0,9 per cento, ancora non sufficiente a stimolare consumi e occupazione.Â
A questo si deve aggiungere il fatto che negli ultimi anni sono venute ad aumentare in maniera consistente anche le tasse che le imprese italiane pagano per la loro attività . Dal 2009 al 2012 èstato possibile rilevare un incremento della pressione fiscale pari a 20 miliardi in pi๠di imposte e tariffe.
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La pressione contributiva in Italia, infatti, ha raggiunto un livello molto elevato pari al 44 per cento del PIL, il prodotto interno lordo, uno dei livelli pi๠alti di tutta Europa. Nel corso del 2014 le imprese costrette a chiudere sono state 25 mila. Non si vede quindi all’orizzonte ancora una inversione di tendenza per le attività commerciali italiane, che anche per il 2015 dovranno rimandare l’attesa ripresa.
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Nel 2015 tuttavia èprevisto un leggero aumento dei consumi pari allo 0,7 per cento, che quest’anno sono saliti del 2 per cento, mentre anche gli investimenti fissi torneranno a crescere di poco con un incremento dell’1,6 per cento. Solo leggermente pi๠lieve la crescita dell’inflazione che si manterrà su livelli contenuti non superiori allo 0,7 per cento dopo lo 0,4 per cento dell’anno in corso.