In particolare, le aziende che lavorano con la pubblica amministrazione potranno procedere alla risoluzione del contratto qualora questa non provveda a versare il corrispettivo pattuito e indicato nel relativo contratto entro il termine prestabilito.
Nel dettaglio, a fronte di quanto previsto dal nuovo emendamento, per poter chiedere la risoluzione del contratto con le pubbliche amministrazioni inadempienti basterà che l’ammontare dei pagamenti scaduti raggiunga il 15% dell’importo netto contrattuale, mentre fino ad oggi la soglia di mancato pagamento che consente alle imprese di procedere con la risoluzione del contratto èfissata al 25%.
Per le imprese, dunque, la modifica alla soglia di mancato pagamento che legittima la risoluzione del contratto rappresenta una nuova arma di difesa nei confronti delle pubbliche amministrazioni inadempienti, che in questo modo avranno minori possibilità di vincolare contrattualmente le imprese nonostante il termine per il versamento del corrispettivo risulti scaduto.
Sempre in caso di pagamenti scaduti per un ammontare pari al 15% dell’importo netto dovuto, le imprese potranno agire oltre che per la risoluzione del contratto anche attraverso le procedure giudiziali previste dal codice civile o promuovendo un giudizio arbitrale.