Emergono ulteriori proposte in tema di pensioni dalla legge di stabilità 2014 approvata a metà ottobre da parte del Governo Letta e che adesso procede verso il suo iter di approvazione e modifica in Parlamento. Deputati e senatori si sono dati da fare e hanno depositato oltre tremila emendamenti al testo proveniente dal Governo: un vero e proprio stravolgimento di quanto previsto in fase iniziale, tanto che molti si chiedono quali saranno i punti che rimarranno fermi a parte i saldi finali, cosଠcome richiesto da parte dello stesso Esecutivo, in primis da Fabrizio Saccomanni, titolare del ministero dell’Economia  e delle Finanze e dal Premier Enrico Letta.
Per quanto riguarda il tema delle pensioni sono state previste una serie di modifiche alla riforma Fornero. Tali cambiamenti saranno apportati durante l’esame parlamentare per via di una serie di emendamenti. E’ stato ad esempio richiesto il blocco dell’indicizzazione solo per gli assegni oltre sei volte il minimo. Viene perಠprevisto un limite anagrafico di 68 anni di età : in tale cosa l’assegno pensionistico non potrà essere toccato in alcun modo. Altri parlamentari hanno invece richiesto e proposto ufficialmente l’accesso alla pensione a 62 anni, con penalizzazioni, a chi viene licenziato. Rimane adesso da vedere quali saranno gli emendamenti ammessi da parte delle Commissioni incaricate dell’analisi, quali saranno quelli che verranno respinti per mancanza di coperture e quali saranno quelli che verranno approvati e bocciati da parte delle Aule parlamentari di Camera e Senato.
Grandi incognite e profondi malumori da ogni parte sociale sulla legge di stabilità 2014, considerata poco coraggiosa, seppure la schiera di parlamentari filogovernativi tendano a difenderla in quanto per la prima volta si effettua una manovra di fine anno senza tagli lineari e che dovrebbe portare ad un abbassamento del carico fiscale sui cittadini e ad una redistribuzione del reddito. In particolare per ciಠche riguarda il capitolo delle pensioni, il Governo Letta ha l’intenzione di rendere meno pesante la scure della crisi sulle pensioni con importi molti basse.
L’obiettivo annunciato èinfatti proprio quello di allentare il vincolo che blocca l’indicizzazione per quei trattamenti previdenziali tra quattro e sei volte il minimo, quindi in particolare ci si riferisce a tutti gli assegni pensionistici che superano i 1500 euro mensili.
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