Certamente l’impresa puಠmetterci del suo coscientemente, ma il grosso del fenomeno resta, per cosଠdire, “naturaleâ€.
Ci sono mode che, una volta sorte, sembrano non essere destinate a tramontare, e altre che durano lo spazio di una stagione, da autentiche meteore (queste ultime sono forse le pi๠numerose). Il discorso non riguarda solamente determinati prodotti, ma anche singole marche; tanto che, altri produttori che pure realizzano merci simili, non ottengono lontanamente gli stessi risultati.
L’esempio sempreverde della Coca-cola ècerto illuminante; ma anche in tempi recenti abbiamo visto situazioni di rilievo: si pensi alle scarpe Timberland o agli orologi Swatch, fenomeni di mercato esplosi fra i quindici e i venticinque anni fa e tuttora ai vertici dei rispettivi settori.
Ben diversa la sorte di altri marchi, irrimediabilmente legati ad una certa fase storica, sociologica o culturale e declinati insieme alla stessa. Si pensi alla linea di prodotti d’abbigliamento Naj Oleari, esplosa negli anni Ottanta insieme ai paninari e caduta pressochè nel dimenticatoio insieme a loro.
Da ultimo, l’esempio del marchio alla moda pi๠recente: la catena di negozi d’abbigliamento “Abercrombie & Fitchâ€, che ha da poco aperto a Milano la sua prima sede italiana, presa d’assalto dai consumatori della fascia pi๠giovane.
E, a riprova del discorso tracciato, nessuno sa dire se fra cinque o dieci anni continuerà ad essere un logo ricercatissimo o sarà già stato sostituito nell’immaginario collettivo da nuovi miti.