Confindustria ha presentato un rapporto sulle imprese italiane ed ha evidenziato che si tratta di imprese che godono di ottima salute. Sicuramente c’èstata una crisi ma i semi degli imprenditori italiani hanno determinato anche il ritmo della ripresa.Â
Pmi in buona salute al Sud anche se alcune criticità non sono del tutto superate: anche se con ritmi pi๠bassi della media nazionale, le piccole e medie imprese meridionali dovrebbero veder crescere, nel 2016, sia il proprio fatturato (+2,8%) sia il proprio valore aggiunto (+4,1%). Questo èil quadro tracciato da Confindustria e riportato dall’Adnkronos che poi entra nei dettagli dei margini e della redditività del capitale investito.
Analogo miglioramento dovrebbero vedere i margini (Mol +6,7%) e la redditività del capitale investito (Roe 6,4% dal 5,6% del 2013). La tendenza al miglioramento dei principali indicatori economici, che dovrebbe continuare anche nel 2017, emerge dal Rapporto Pmi Mezzogiorno 2016, curato da Confindustria e Cerved.
Nel rapporto non manca la menzione della crisi economico finanziaria che ha interessato il nostro paese, che si èprolungata nel tempo e che ha avuto evidenti strascichi sul tessuto industriale tricolore.
La crisi economico-finanziaria sembra dunque aver terminato la propria corsa e anche le imprese meridionali, pur tra molte incognite, vedono consolidare quei segnali di ripartenza già delineati nel Rapporto dello scorso anno. La frammentazione si conferma l’elemento peculiare del tessuto imprenditoriale meridionale: su un totale di 1 milione e 600 mila imprese attive, l’89,9% non supera i 9 addetti; le società di capitali sono 270 mila, anch’esse per lo pi๠di piccolissima dimensione: 25 mila sono le società con i requisiti europei di PMI (10 – 250 dipendenti, e fatturato compreso tra 2 e 50 milioni di euro).