Gli Indicatori furono introdotti dal decreto Visco-Bersani nel 2006, con l’idea di chiudere il cerchio intorno ai titolari di partita IVA: se la gran parte di loro, infatti, ètenuta alla redazione dei modelli contenenti i dati rilevanti ai fini degli studi di settore o, in alternativa, dei parametri contabili, rimaneva comunque una cospicua percentuale di soggetti esclusi da questi obblighi, per la presenza di una o pi๠cause di esclusione.
Per tutti questi soggetti, esclusi dagli studi a causa di particolari situazioni soggettive, il decreto stabilଠcome alternativa che dovessero, appunto, allegare alla dichiarazione il modello INE, che perಠha un significato ben diverso dagli studi di settore (oltre ad essere infinitamente pi๠rapido da compilare, essendo costituto da pochi righi).
Infatti, mentre gli studi di settore sono utilizzabili per individuare i contribuenti che non soddisfano condizioni di congruità e coerenza e offrono dati numerici (calcolati dal software Gerico) tali da fornire indicazioni precise sul reddito dei contribuenti incongrui, nell’ipotesi di irregolarità fiscali accertate, gli INE hanno invece una finalità ben pi๠sfumata.
Il loro scopo èquello di individuare i contribuenti con posizione “straneâ€, anomale, che risaltano all’interno del mucchio, con il fine di farli inserire in particolari liste da cui in un momento successivo vengono pescati i nominativi dei contribuenti da sottoporre a verifiche sul campo.
Gli Indicatori, dunque, non aiutano in alcun modo a ricostruire il reddito dei contribuenti anomali, ma servono solo a consentire la loro individuazione, ai fini di controlli successivi.