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Perdita della contabilità , cosa fare?

Il nostro ordinamento fiscale èricco di leggi e regolamenti che disciplinano ogni situazione fino alle virgole, ma paradossalmente èdel tutto mancante qualsiasi norma su una questione che invece, quando il problema si manifesta, riveste importanza enorme.

Si tratta del caso in cui le scritture contabili vanno perdute, per qualunque motivo: disastro naturale, furto, incendio e cosଠvia.


In effetti, l’unica legge che sfiora l’argomento èil DPR 600/1973, che stabilisce che, qualora le scritture contabili siano indisponibili per cause di forza maggiore, l’Amministrazione Finanziaria in sede di controllo sostanziale èautorizzata a ricostruire il reddito imponibile del contribuente con metodi induttivi (per esempio, con gli studi di settore).

Ma il contribuente cosa dovrebbe fare? Purtroppo il quadro ètutto contro di lui. In assenza di previsioni contrarie, dobbiamo supporre che chi ha perduto la propria contabilità  deve impegnarsi (e, per di pià¹, in tempi rapidi) a ripristinarla con le proprie forze.

Se si sono persi i libri contabili ma la documentazione èancora disponibile (a partire dalle fatture emesse e ricevute), il problema èlungo ma non difficile da affrontare: si tratta di registrare tutto da capo e ristampare i libri contabili. Il fatto che essi, ormai dal 2002, non siano pi๠soggetti a bollatura e vidimazione evita complicazioni burocratiche.


Il problema èmolto pi๠grave, perà², se sono andate perdute anche le fatture: a quel punto, in mancanza di alternative, occorre contattare uno per uno i clienti e i fornitori e chiedere l’emissione di una copia conforme di ogni documento; ed èvidente che, nelle imprese maggiori, per rintracciare tutti costoro spesso non si sa da che parte cominciare.

Ma impegnarsi al massimo, sfortunatamente, èindispensabile, oppure, in caso di controlli, saranno dolori.