Gli enti non commerciali consistono in tutte le organizzazioni private di ogni genere ad eccezione delle società (dunque, principalmente le associazioni, ma non soltanto), le quali non svolgano in maniera esclusiva o principale un’attività d’impresa, oppure che la esercitino solo in via secondaria, per raccogliere fondi destinati a sostenere l’attività istituzionale.
Sennonchè, proprio questa generalizzata esenzione costituisce da tempo una ghiotta occasione per gli evasori fiscali, che utilizzano la veste giuridica dell’associazione per attività che in realtà sono d’impresa a tutti gli effetti.
Per combattere l’elevato livello di evasione nel settore, il DL 185/2008 ha previsto una sorta di censimento, con il quale imporre a tutti gli enti associativi di comunicare all’Agenzia delle Entrate tutti i dati utili sul proprio conto in modo da orientare le indagini e aiutare a distinguere le associazioni genuine dalle truffe.
Dopo quasi un anno, l’Agenzia delle Entrate ha individuato l’insieme di tutti i dati interessanti da raccogliere e ha predisposto il modello per la loro comunicazione: il modello EAS, che va cosଠad affiancarsi alla nutrita schiera delle dichiarazioni fiscali vigenti.
Esso deve essere trasmesso da tutti gli enti non commerciali esclusivamente per via telematica, direttamente o tramite un intermediario abilitato.
Alcuni enti, tuttavia, sono esonerati dalla trasmissione, purchè non esercitino attività commerciali: si tratta delle organizzazioni di volontariato regolarmente registrate, delle associazioni pro-loco e degli enti associativi dilettantistici affiliati al CONI.
L’Agenzia delle Entrate ha stabilito regole precise sui tempi per inviare il modello di comunicazione e sul suo contenuto, che analizzeremo nei prossimi articoli