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Per le aziende tagli netti alle consulenze

Nelle imprese, soprattutto quelle di medie e grandi dimensioni, una voce significativa dei costi sostenuti ogni anno ècostituita dagli onorari riconosciuti ai consulenti: legali, fiscali, aziendali ecc.
Che si tratti di singoli professionisti oppure di società  (magari operanti a livello internazionale) non vi ègrande differenza, perchè si parla comunque di spese piuttosto salate.


La conseguenza inevitabile della crisi globale èstata una massiccia riduzione del ricorso ad esperti esterni, cercando invece una maggiore valorizzazione delle risorse umane proprie dell’azienda.
Il taglio risulta generalizzato, dopo un lungo periodo in cui il relativo giro d’affari appariva salire anno dopo anno. Il picco si èavuto nel 2008, secondo le stime dell’università  Bocconi, con un fatturato complessivo di 2,7 miliardi di euro.


Quest’anno, invece, le cose sono cambiate molto, retrocedendo quasi certamente al livello di 2,3 miliardi, e si prevede un’ulteriore riduzione per il 2010.

Le maggiori società  di consulenza (Accenture, Ernst & Young, Deloitte ecc.) hanno cercato di riposizionarsi allargando la propria sfera di competenza e rafforzando la gamma di servizi consulenziali offerti puntando sulle ristrutturazioni aziendali e sulla consulenza finanziaria, i pi๠importanti in tempi di crisi. Questo ha tamponato la situazione senza perಠriuscire a cambiare le sorti del settore.

Il discorso èconfermato nelle analisi di dettaglio, sia se eseguite scomponendo l’ambito operativo nelle singole branche della consulenza, sia se eseguite distinguendo i rapporti con le diverse categorie di clienti. Fanno eccezione le industrie impegnate nel settore energetico, in grande spolvero in questi anni, per cui i relativi consulenti ne beneficiano di riflesso.