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Class action, a luglio si parte

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Prevista nel 2006 e già  rinviata infinite volte, sembra che la normativa sulle azioni collettive di risarcimento (le famose “class actions”) sia ormai definita sotto tutti gli aspetti e sia dunque pronta a trovare applicazione già  oggi, sebbene l’ultimo decreto milleproroghe abbia fissato la data di avvio al prossimo primo luglio.

La class action èl’azione giudiziaria con la quale una pluralità  di consumatori fa fronte comune contro un’unica controparte per un medesimo diritto violato.


Negli Stati Uniti sono previste già  da molti anni, e le cronache raccontano frequentemente di risarcimenti ciclopici ottenuti dai consumatori ai danni soprattutto dei produttori di sigarette o del settore dell’amianto.


Ma quali sono i confini della class action made in Italy? Innanzitutto èstato stabilito che solo undici tribunali sono competenti in primo grado: sono le aule dei capoluoghi di Regione, con accorpamento di quelli pi๠piccoli. Il tribunale di Napoli, ad esempio, ècompetente per Campania, Basilicata e Calabria. Le altre sedi interessate sono Torino, Milano, Genova, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Bari, Palermo e Cagliari.

L’azione promossa non puಠpoi essere generica bensଠrientrare in una delle specifiche fattispecie previste: per esempio, l’azione èammessa da parte dei consumatori finali (non imprese o professionisti) nei confronti dei fabbricanti di prodotti difettosi o non rispettosi delle norme tecniche; oppure nei confronti degli intermediari finanziari che non hanno avvisato correttamente ed esaustivamente dei rischi legati ad un dato investimento finito male, o ancora nei confronti delle banche che impongono commissioni e tassi d’interesse eccessivamente onerosi rispetto alle indicazioni della Banca Centrale.

O ancora, i consumatori possono battersi contro gli effetti indirettamente negativi che ricadono su di loro a causa di atti di concorrenza sleale da parte di un imprenditore.