Le informazioni pi๠interessanti e, purtroppo, pessimistiche, arrivano dal mondo del lavoro.
Da novembre 2008 a novembre 2009 si sono persi circa 389.000 posti di lavoro, portando il tasso di disoccupazione complessivo dal 7,1% all’8,3%. Questo tasso èil pi๠alto dalla primavera 2004 e sfortunatamente azzera la progressiva erosione che la disoccupazione aveva subito anno dopo anno nel passato prossimo. Un livello molto pi๠elevato, inoltre, si calcola a riguardo della disoccupazione giovanile, che si attesta al 26,5%.
In compenso, l’Italia si mantiene al di sotto della media dell’Eurozona (i sedici Paesi comunitari che hanno adottato l’euro): la disoccupazione a novembre, secondo i rilievi dell’Eurostat, tocca il 10% tondo, contro l’otto percento di dodici mesi prima. Nell’Eurozona, per l’esattezza, i disoccupati risultano 15,7 milioni, e nell’intera Unione Europea si arriva a 22,9 milioni.
Anche gli altri dati non promettono nulla di buono. In particolare, il rapporto fra il deficit statale e il prodotto interno lordo si attesta al 5,2% con riferimento al periodo gennaio-settembre 2009 (ricordiamo che, secondo i celebri parametri di Maastricht, tale rapporto non deve superare il 3%), soprattutto a causa della recessione dello stesso PIL.
Va comunque rilevato come tutte le grandezze esaminate hanno registrato, negli ultimi mesi, rallentamenti se non parziali inversioni di tendenza. àˆ dunque auspicabile che il 2010 riservi finalmente qualche buona notizia in pià¹.