Distretti ne esistono in molte parti del mondo, ma raramente si ha un radicamento nella realtà locale e una capacità competitiva cosଠforte come ciಠche possiamo riscontrare nel nostro Paese.
Non desta dunque particolari sorprese il fatto che la crisi abbia inciso anche sulle vendite dei distretti ma meno che altrove, e che proprio in queste realtà produttive si stiano in queste settimane verificando, finalmente, i primi dati positivi.
Le analisi condotte dagli istituti di statistica economica dimostrano che il livello delle esportazioni dai distretti italiani, nel primo semestre del 2009, ècrollato del 21% in comparazione con i primi sei mesi del 2008: un dato enorme, ma comunque inferiore rispetto al complesso delle esportazioni nazionali (-24%), e anche dei dati registrati nelle altre principali potenze economiche europee.
La situazione varia, in ogni caso, da settore a settore. Ad avere sofferto di pi๠pare essere l’industria pesante: la metallurgia, la lavorazione della plastica e della gomma, l’automazione, con crolli dell’export di oltre il 30%, ma anche il ramo del tessile e della moda ha patito e continua a patire le sue pene.
I distretti dell’agroalimentare e del vino, invece, sono quelli che meno hanno sofferto le difficoltà congiunturali, con diverse nicchie che hanno al contrario visto un promettente aumento delle cessioni all’estero.
Fra loro, spicca il distretto della tecnologia aerospaziale a Vergiate (VA), che fra l’altro continua ad assumere personale a dispetto di ogni crisi: gli occupati superano già le tredicimila unità .
Ma anche nelle aree tradizionali della nostra economia emergono buone notizie: la rete salernitana specializzata nella lavorazione del pomodoro ha registrato un notevole +9,7% delle esportazioni.