Gli scenari prefigurati per l’Italia, tanto per cambiare, sono pessimi. Via via che il 2009 prosegue, si consolidano le previsioni sulla caduta del Prodotto Interno Lordo, la pi๠drammatica da molti decenni a questa parte: secondo la relazione, il 2009 si chiuderà con un -4,4% su base annua rispetto ad un 2008 che a sua volta era stato tutt’altro che esaltante.
Valori peggiori, dunque, rispetto al già pessimo -4% previsto sia per l’intera Unione che per la cosiddetta Eurozona (quella metà dei Paesi che hanno adottato la moneta unica).
L’Italia avrà valori migliori rispetto alla media europea nel 2010, ma ci sarà davvero poco da festeggiare. Per l’anno prossimo , infatti, si prevede un misero +0,1%, contro il -0,1% dell’Unione. Insomma, la produzione industriale smetterà di precipitare ma nemmeno riuscirà a risollevarsi: dalla recessione si passerà ad una fase di stagnazione, la cui durata èoggi imprevedibile.
Dati probabilmente anche pi๠sconfortanti riguardano poi il tasso di disoccupazione. Dopo molti anni di riduzione lenta ma ininterrotta, il tasso risalirà di botto, azzerando di fatto i progressi degli ultimi anni.
Nel 2009 la percentuale di disoccupati salirà nel 2009 all’8,8% e crescerà anche l’anno successivo, raggiungendo il 9,4%. Percentuale preoccupante ma comunque pi๠ridotta della media europea (10,9%) e persino confortante se confrontata con lo spaventoso 20,5% previsto per la Spagna, che vedrà quasi raddoppiare il numero di disoccupati nel giro di due anni.
Il settore pi๠colpito dovrebbe essere quello industriale, ma anche negli altri ambiti dell’economia la frustata sarà dolorosa.