Con un emendamento al ddl sulla Pubblica Amministrazione sono state introdotte delle novità relative ai licenziamenti dei dirigenti pubblici e alla partecipazione ai concorsi dove non sarà valido pi๠soltanto il voto di laurea ma anche l’ateneo nel quale èstato conseguito il titolo.Â
Si chiama declassamento volontario ed èstato inserito con un emendamento al ddl sulla Pubblica Amministrazione:
pur di non essere licenziato, il dirigente pubblico, rimasto senza incarico per un certo periodo, puಠchiedere di essere ‘demansionato’ a funzionario, in deroga al Codice Civile. “Previsione della possibilità , per i dirigenti collocati in disponibilità , di formulare istanza di ricollocazione in qualità di funzionario, in deroga all’articolo 2103 del codice civile – che regola le mansioni (ndr.) – nei ruoli delle pubbliche amministrazioni”, si legge infatti nell’emendamento, presentato dai pi๠gruppi parlamentari, e passato ieri in commissione Affari Costituzionali alla Camera, dove le votazioni sulla delega continueranno anche la prossima settimana. Il provvedimento èatteso per metà luglio nell’Aula di Montecitorio. (fonte Ansa)
L’altra proposta approvata riguarda la considerazione dell’ateneo oltre che del voto di laurea al momento della selezione dei titoli di un candidato in un concorso pubblico. Spiega l’Ansa:
Nei concorsi pubblici a fare la differenza non sarà pi๠solo il voto di laurea, ma potrà contare anche l’università . Cosଠun emendamento, appena approvato, al ddl P.a, che parla di “superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l’accesso” e “possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato”.