Nei mesi scorsi l’Esecutivo guidato da Enrico Letta ha approvato il testo di legge inerente gli ecobonus, che prevede una serie di incentivi fiscali volti a stimolare il mercato dell’edilizia, che si trova in grande crisi da ormai molti anni. Il decreto ecobonus convertito in legge solo poche settimane fa èadesso operativo e il Governo rende noto che il bonus del 50% previsto per gli interventi di recupero edilizio sarà valido anche sulla seconda casa.
E’ questa la importante novità del decreto ecobonus che prevede adesso l’estensione di tali benefici anche a coloro che vogliono eseguire degli interventi di recupero del patrimonio edilizio sulle proprie seconde case. I pagamento dovranno essere stati effettuati nel periodo che intercorre tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2013. Tali interventi, opportunamente certificati, godranno della detrazione del 50%. I pagamenti effettuati dopo tale data godranno invece di un bonus pari al 36%
Leggendo infatti il testo della norma si puಠnotare che non si parla di prima casa, ma viene citata esclusivamente la parola proprietà . Non viene quindi stabilito per legge che solo la prima casa possa godere dei benefici del decreto ecobonus, ossia non èsclusivamente l’abitazione principale la destinataria dei provvedimenti di legge.
L’unità immobiliare oggetto degli interventi di ristrutturazione edilizia non dovrà quindi essere adibita ad abitazione principale. Non sarà necessario nemmeno che il proprietario dell’immobile abbia la propria residenza in tale immobile. Esso potrà quindi risiedere ufficialmente in una abitazione, ma svolgere i lavori sulla sua seconda proprietà e godere comunque della detrazione fiscale del 50%.
I dubbi sul testo di legge erano stati sollevati nelle scorse giornate e adesso sono stati chiariti da parte del Governo. Il decreto ecobons a favore dell’impresa edilizia tende infatti a far resuscitare il settore del mattone che si trova in una crisi profonda ed èquindi vantaggio del Governo, che ha trovato le necessarie coperture, stimolare i cittadini e renderli consapevoli dei loro diritti. Non si vuole infatti che essi perdano le proprie agevolazioni fiscali, che prevedono un vantaggio per loro, per le imprese edilizie e di conseguenza per le casse dello Stato, che vedranno i soldi rientrare sotto forma di tasse e  di rilancio dell’economa.
La stessa norma vale per la detrazione 65% per lavori adeguamento antisismico e per gli interventi di riqualificazione energetica dell’edificio.