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Indagini finanziarie e controlli con check list

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I pochi coraggiosi che hanno affrontato da cima a fondo le mille pagine di istruzioni fornite dal Comando Generale della Guardia di Finanza con la circolare n. 1/2009 hanno messo in rilievo la profonda attenzione riservata alle indagini sui movimenti finanziari, che costituiscono l’indice pi๠evidente della ricchezza dei contribuenti.

Ormai, com’ noto, il segreto bancario praticamente non esiste pi๠da anni: in qualunque momento gli investigatori possono chiedere a qualunque istituto bancario o finanziario informazioni sui movimenti in entrata o in uscita di chicchessia.


Secondo le istruzioni, anzi, indagini in tal senso devono partire ogni qual volta appaiano utili e consigliabili ai fini di un accertamento.

In virt๠di accordi di cooperazione internazionale, inoltre, la Guardia di Finanza puಠrichiedere senza particolari problemi anche dati agli istituti finanziari di Paesi stranieri, europei (come la Francia, la Germania, la Spagna…) o extracomunitari (come la Russia, gli Stati Uniti, l’Australia).
Indagini in altre nazioni, invece, devono essere prima motivate e autorizzate dal Comando Regionale.

Ma èmolto interessante anche scoprire, fra le istruzioni, le undici check-list predisposte per individuare i contribuenti pi๠a rischio e le fattispecie pi๠sospette.


In pratica, si tratta di percorsi ispettivi differenziati a seconda della tipologia del contribuente (imprenditore individuale, professionista, privato cittadino, società  di persone ecc.) in ognuno dei quali sono indicate nel dettaglio le verifiche da compiere, per mettere in luce situazioni sospette e meritevoli di approfondimento.

Molta enfasi, infine, èposta sulla necessità  di non fermare l’attenzione alla regolarità  formale delle scritture contabili e degli altri adempimenti e di verificare invece con scrupolo e rigore le situazioni reali che vi sono dietro e che spesso ne sono difformi.