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L’Italia richiede la lista Falciani

Il nome di HervèFalciani, tecnico informatico svizzero, era sconosciuto fino a qualche settimana fa, ma oggi èal centro di un caso internazionale che mischia burrasche diplomatiche e indagini finanziarie ad altissimo livello.

Non èchiaro come sia iniziata la vicenda: Falciani lavorಠper mesi al sistema di sicurezza informatica della banca ginevrina HSBC, e, al termine, si recಠin Francia. Il guaio èche nel suo computer portatile sono contenuti nomi e dati di ben 127.000 conti correnti, moltissimi dei quali intestati a cittadini stranieri (convinti invano dell’impenetrabilità  dei segreti delle banche svizzere).


Falciani (che oggi vive sotto protezione in una località  segreta) ha dichiarato la propria buona fede affermando che èuna sorta di effetto collaterale del suo lavoro, mentre HSBC, sostenuta dal proprio Governo, parla apertamente di furto.

Comunque sia, le autorità  francesi hanno sequestrato copia della famigerata “lista Falciani” per motivi di interesse nazionale, creando una frattura diplomatica con la Svizzera. Il gioco vale la candela, secondo i francesi, poichè in quell’elenco si trovano intere falangi di evasori fiscali, per non parlare della criminalità  organizzata.

E adesso anche l’Italia si èmossa (e c’ da pensare che nelle prossime settimane si faranno avanti anche altri Paesi), chiedendo una rogatoria internazionale per entrare in possesso di una copia dell’elenco. La richiesta èpartita dalla Procura di Torino nei giorni scorsi, e le autorità  francesi si sono dette disponibili (accrescendo ulteriormente, se possibile, i malumori elvetici).


Non sappiamo quanti italiani siano coinvolti, ma si puಠpresumere che siano migliaia e che non tutti abbiano la coscienza fiscale a posto. E si puಠreputare, inoltre, che saranno in tanti in questi giorni ad aderire in extremis allo scudo fiscale (in scadenza il 30 aprile) per sottrarsi all’uragano in arrivo.

FOTO | © jp Amet pour le Figaro