In estrema sintesi e con numerose eccezioni, per il fornitore l’operazione èsclusa da IVA mentre il cliente dovrà eseguire le opportune integrazioni (con eventuale emissione di autofattura) per “ivare†il prodotto affinchè circoli con le regole ordinarie nel territorio nazionale.
Com’ facile immaginare, esiste ampio spazio per frodi e sotterfugi che evitino, magari ricorrendo all’intermediazione di terzi e quarti soggetti, di versare l’imposta.
La misura anti-evasione adottata èsemplice ma importante: chi apre l’attività dovrà essere specificamente autorizzato ad operare verso clienti e fornitori intracomunitari; il discorso, perà², riguarda solo i beni e non anche i servizi.
Occorrerà dunque barrare un’apposita casellina nella dichiarazione di inizio attività (l’Agenzia delle Entrate dovrà pertanto adeguare il modello): se non arriva un diniego esplicito entro trenta giorni, il contribuente puಠritenersi autorizzato. Non èancora chiaro se l’autorizzazione dovrà essere richiesta anche da chi già adesso ètitolare di partita IVA.
Un altro ambito in cui la lotta all’evasione offre ampi margini èl’abuso nella ricezione di prestazioni e benefit assistenziali vari. Il discorso, in realtà , va oltre l’aspetto meramente fiscale e coinvolge altri ambiti.
Molti soggetti, dall’INPS alle università , dagli enti locali all’INPDAP, riconoscono prestazioni speciali, agevolazioni ed esenzioni nei pagamenti e benefici sparsi a coloro che dichiarano un reddito personale o familiare (con riferimento all’indicatore ISEE) che non supera certe soglie; e le frodi, inevitabilmente, si sprecano.
Sarà cosଠcostituita una banca dati centralizzata, nella quale tutti gli organismi interessati riverseranno le informazioni sui beneficiari: se i dati sul singolo soggetto risulteranno discordanti la cosa dovrebbe emergere immediatamente.