La lotta all’evasione fiscale, già molto accesa negli ultimi anni, si èulteriormente intensificata, e a quest’attività si èdedicato il 50% dell’attività complessiva dei funzionari. Sono stati eseguiti oltre centomila fra controlli e verifiche, che hanno portato all’emersione di oltre trenta miliardi di euro di redditi non dichiarati, oltre a quasi cinque miliardi e mezzo di IVA non fatturata e/o non versata.
Notevolissimo anche lo sforzo contro l’esportazione o la detenzione illecita di capitali all’estero, con particolare attenzione ai famosi paradisi fiscali e/o finanziari. Da questo ramo di verifiche èstato individuato un imponibile sommerso di 5,4 miliardi di euro.
Pi๠di novemilacinquecento cittadini hanno superato i limiti del penale, e sono stati segnalati alla magistratura come evasori o per altre tipologie di reato, come l’emissione di fatture false o gonfiate (fattispecie molto frequente). Di essi, ben 6.715 risultavano nullatenenti agli occhi del Fisco: i famigerati “evasori totaliâ€.
I settori economici in cui maggiormente sono emerse posizioni irregolari sono il commercio (sia al dettaglio che all’ingrosso), l’edilizia e l’immobiliare.
Il generale Arrigo ha anche illustrato le prime linee-guida sull’attività da portare avanti nel 2010, concordate in vari incontri con i responsabili del ministero delle Finanze e delle Agenzie fiscali.
Oltre ai controlli tradizionali, il mirino sarà focalizzato nuovamente sui paradisi fiscali, ma anche sulle frodi-carosello (numericamente ridotte ma ognuna delle quali ha un rilevante peso negativo per le casse dell’Erario) e sui cinquantamila controlli programmati con l’utilizzo del redditometro, che con la nascita del software EAS diviene nelle intenzioni un’arma formidabile per stanare le situazioni anomale.