Il programma in questione consiste fondamentalmente in una gigantesca banca-dati, a livello nazionale, in cui affluiscono i dati utili da cui pescare per ricostruire induttivamente il reddito dei sospetti evasori (il meccanismo noto a tutti come “redditometroâ€).
La logica di base èsemplice: se si sostengono spese rilevanti e/o prestigiose, si dispone di un reddito pi๠o meno ingente. Se tale reddito non èstato dichiarato, il contribuente puಠessere chiamato a dimostrare la regolarità della sua posizione, altrimenti si presume – sulla base di coefficienti prefissati – che a tali spese corrisponda un ammontare di reddito nascosto e dunque di imposte evase.
Le spese oggetto di censimento sono molte: acquisto di case, terreni, yacht, cavalli, automobili di lusso ecc., iscrizione a club esclusivi, scuole private per i figli, vacanze in Paesi esotici e cosଠvia; per ogni tipologia corrisponde un coefficiente presuntivo di redditività (oggetto, peraltro, di moltissime critiche di natura tecnica da parte degli addetti ai lavori).
Il software EAS costituisce la centrale cui affluiscono tutte le spese delle categorie citate relative ai singoli contribuenti, distinte per anno: alcune informazioni erano già in possesso dell’Amministrazione Finanziaria, altre sono state richieste ai fornitori mediante l’invio di appositi questionari.
Incrociando i dati di EAS con quelli sulle dichiarazione dei redditi dovrebbero emergere le posizioni pi๠anomale, da sottoporre a controlli a tappeto: e, a quel punto, i contribuenti chiamati a rispondere delle loro spese avranno il loro filo da torcere per uscirne puliti e con il portafoglio intatto.