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Crisi ai saloni auto

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La crisi globale non ha risparmiato nemmeno i saloni dell’automobile, fra gli appuntamenti tradizionalmente pi๠interessanti per il mondo dell’industria.

Da un capo all’altro del pianeta si registrano notizie drammatiche, persino pi๠pesanti rispetto alla già  difficile situazione in cui versa mediamente il mercato dell’automobile.


CosଠLondra arriva a cancellare il suo appuntamento, Barcellona sopravvive solo grazie a sontuosi finanziamenti da parte del governo centrale, Parigi e Francoforte restano importanti ma decidono di attribuire ai rispettivi eventi una cadenza biennale alternata per non ostacolarsi a vicenda, Tokyo sembra cosଠlontana che solo i produttori dell’Estremo Oriente quest’anno l’hanno bazzicata.


E in Italia? La principale mostra-esposizione del settore, il Motor Show di Bologna (fra i maggiori eventi fieristici dell’intera imprenditoria nazionale), sopravvive solo cambiando formula e venendo incontro al visitatore medio, nelle cui tasche girano sempre meno soldi per potersi permettere grandi spese.

Cosà¬, l’evento bolognese decide di ridimensionare il piatto forte, e cioèla presentazione dei nuovi modelli di veicoli a motore (che sono per lo pi๠in pochi a potersi permettere), e punta invece ad una rassegna di proposte in grado di attirare maggiormente il pubblico, come le prove su strada e le vere e proprie gare.

Inoltre, a chi acquisterà  il biglietto saranno dati una serie di omaggi (dai buoni benzina alle consumazioni) tali da rendere sostanzialmente quasi gratuito l’accesso alla fiera.

Se il Motor Show deve cambiare formula e abbassare il target, altri eventi analoghi ma molto pi๠elitari e meno pubblicizzati sembrano invece resistere a gonfie vele.

Basti citare il salone delle auto d’epoca chiamato “Fuoriserie” tenuto con crescente successo ogni anno a Padova, oppure l’altrettanto apprezzato “My Special Car” di Rimini.