La crisi non sembra avere colpito il settore vitivinicolo, se èvero come afferma il direttore Giovanni Mantovani che non solo i mercati esteri in cui il vino italiano èpi๠conosciuto e apprezzato (l’Europa occidentale e gli Stati Uniti) non mostrano segni di saturazione, ma soprattutto si stanno aprendo nuovi mercati come la Russia e l’Estremo Oriente dove il nostro prodotto èancora poco conosciuto ma sta rapidamente conquistando estimatori.
Si calcola che nel 2008 le esportazioni del vino italiano abbiano prodotto un volume d’affari pari a circa 3,6 miliardi, il valore massimo mai registrato.
Ma anche sul fonte interno pare che ci siano interessanti spazi di crescita. Sembra inoltre che i consumatori italiani prediligano sempre pi๠il vino di qualità , premiando i produttori pi๠scrupolosi nel soddisfare questa esigenza.
Oltre a favorire l’incontro fra produttori e acquirenti, Vinitaly sarà l’occasione per alcuni convegni sullo stato dell’industria vitivinicola italiana. Un aspetto che sarà sottolineato sarà il preoccupante calo della produzione a fronte di una domanda in crescita: si stima che nel 2008 il volume produttivo sia sceso di circa il 7% rispetto all’anno precedente, con un conseguente aumento del prezzo di vendita.
Si discuteranno poi con una certa preoccupazione alcune novità provenienti dai regolamenti comunitari. I marchi “doc†e simili scompariranno gradualmente, a favore di una nuova classificazione standard a livello europeo, che potrebbe ingenerare confusione nei consumatori.
Appaiono inoltre preoccupanti le ipotesi di deregulation a favore dei vini da tavola pi๠commerciali e dei rosati ottenuti con una banale miscela di bianchi e rossi.