Negli ultimi anni, il comparto del vino italiano (uno dei pilastri del nostro settore agroalimentare) si èvia via sempre pi๠imposto nei mercati internazionali infliggendo qualche punto di distacco rispetto ai nostri tradizionali competitori, i francesi, ma ha anche dovuto guardarsi dalla crescita delle quote di mercato controllate da avversari remoti, come i produttori cileni e australiani.
La crisi globale ha perಠcolpito un po’ tutti, e l’edizione 2010 di Vinitaly si apre con le malcelate speranze di una rapida ripresa della corsa. Nel 2009 i consumi mondiali sono scesi mediamente del 2,8%, ma la crisi ha colpito principalmente il Vecchio Continente, da cui provengono di gran lunga le maggiori quantità di prodotto.
Anche l’Italia ha sofferto: i consumi interni sono scesi del 2,2% e le esportazioni del 4,3%. Altri settori dell’agroalimentare, in realtà , hanno patito maggiormente la crisi nell’anno passato, ma indubbiamente l’ambito vitivinicolo ha urgente bisogno di rimettersi in sesto.
In ogni caso, anche quest’anno i numeri della fiera sono confortanti. Gli espositori saranno circa quattromiladuecento, mentre i visitatori attesi in cinque giorni di manifestazione (la data di chiusura èlunedଠ12) sono intorno ai centocinquantamila.
Fra i tantissimi eventi programmati, fra seminari e incontri, spiccano per peculiarità le cinquanta cerimonie di degustazione. Non va scordato, inoltre, che Vinitaly ospita al suo interno anche una sezione fieristica minore dedicata all’olio extravergine d’oliva.