Questa fase, definita della “maturità â€, èsolitamente la pi๠lunga fra le quattro del ciclo di vita, e anche quella pi๠stabile, con una situazione-tipo che tende a protrarsi: i ricavi superano costantemente i costi, e questo genera elevati profitti con cui l’impresa non solo riesce a soddisfare le proprie esigenze finanziarie ma anche a ridurre la dipendenza dall’esterno.
àˆ in questa fase, infatti, che l’impresa tende a ridurre progressivamente le passività e quindi a rimborsare quanto ottenuto da banche e altri finanziatori.
Ma èanche in questa fase che l’azienda puಠfinalmente concedersi il lusso di remunerare il capitale di rischio, elargendo buoni dividendi agli azionisti: non vi èpià¹, infatti, l’esigenza indifferibile di irrobustire il patrimonio aziendale, e quindi parte degli utili puಠessere distribuita senza pericoli per l’equilibrio finanziario aziendale.
Ma, per quanto lunga e stabile, la fase di maturità non èterna: prima o poi inizierà il declino, con la lenta e progressiva crisi delle vendite, la discesa dei ricavi che non riescono pi๠a coprire i costi, la riduzione e infine l’azzeramento della capacità di autofinanziamento.
Le perdite che ne derivano costringono l’impresa a rinunciare alla distribuzione di dividendi e a ritornare ad indebitarsi con le banche: i fenomeni, insomma, inversi di quelli propri della fase della crescita.
Se l’impresa non riesce a superare la crisi e a ripartire in una nuova crescita, la fine dell’impresa ècerta, e si verificherà quando essa non sarà pi๠in grado di rimborsare i finanziamenti ottenuti.