Ricordiamo brevemente che il Governo, mesi fa, aveva adottato una misura volta a favorire la riduzione della dipendenza delle società verso i vari creditori, a partire dalle banche stesse, e per incentivare il ricorso a nuovi apporti dei soci: una ricapitalizzazione, appunto.
In particolare, per le operazioni di aumento del capitale eseguite fra lo scorso 5 agosto e il prossimo 5 febbraio, èriconosciuta una detassazione del reddito per un ammontare pari al 3% dell’incremento per cinque esercizi consecutivi; l’aumento di capitale èbeneficiato fino alla soglia massima di cinquecentomila euro.
La misura, va precisato, non èstata molto apprezzata dai rappresentanti delle imprese a causa dell’esiguità della percentuale di detassazione (che raffigura la redditività del capitale, calcolata forfetariamente) e per il fatto che gli oneri indispensabili per determinare l’aumento del capitale, a partire dalle spese notarili, rischiano di azzerare ogni vantaggio.
Al momento, dunque, non risulta un massiccio ricorso delle società verso il conseguimento di questa opportunità .
In tutti i casi, l’accordo stipulato prevede la concessione di un finanziamento agevolato a tutte le PMI che ne faranno richiesta e che saranno nelle condizioni di fruire del bonus-ricapitalizzazione. Le condizioni di agevolazione sono, in realtà , ancora in buona parte da scoprire e varieranno presumibilmente da banca a banca e da beneficiario a beneficiario; quello che si conosce èche l’agevolazione si applicherà su una quota di finanziamento pari ad un multiplo dell’incremento di capitale, con minimo pari a due volte.