Com’era facile prevedere, in questi giorni i giornalisti si stanno sbizzarrendo nel tentativo di captare informazioni in anteprima e nel formulare ipotesi; al momento, comunque, non si ha nessuna certezza, se non che agli enti territoriali sarà consentito variare le aliquote delle varie imposte il cui gettito èloro destinato, e saranno per lo pi๠invitate ad incrementarle, al fine di compensare i tagli ai trasferimenti statali che dovrebbero cominciare dal 2014.
In compenso, tutto ciಠdovrebbe ridurre in misura significativa i tributi di natura statale.
Secondo le ipotesi pi๠gettonate, dovrebbe essere consentito alle regioni di definire un notevole aumento dell’aliquota dell’addizionale regionale IRPEF: dall’attuale 0,9% (elevabile, in casi particolari, all’1,4%) si dovrebbe arrivare al tetto massimo del 3%.
Quanto all’IRAP, sembra tramontata l’ipotesi di abbatterne il gettito modificandone i meccanismi di calcolo, in particolare sullo spinoso tema della deducibilità del costo del lavoro. In compenso, ai governatori dovrebbe essere riconosciuto il potere di ridurre ed eventualmente azzerare l’aliquota, compatibilmente con le esigenze della spesa sanitaria. Bene ricordare che al momento l’aliquota IRAP èdel 3,9%, elevata al 4,82% nelle Regioni con la sanità in rosso.
Alle Regioni, ancora, dovrebbe arrivare una quota piuttosto considerevole (ma ancora tutta da definire) del gettito degli ordinari scaglioni IRPEF; in compenso, dovrebbero quasi dimezzarsi le quote di compartecipazione regionale all’IVA.
A livello provinciale, infine, dovrebbe essere lasciata maggiore libertà nella gestione del bollo auto, che diventerà un tributo proprio delle province, ma scompariranno la compartecipazione provinciale all’IRPEF e l’addizionale provinciale sull’energia elettrica (che dovrebbe divenire un tributo statale).
Fonte: Il Sole 24 Ore