Già questa, in verità , èuna novità notevole: nel 1993, in occasione di profonde riforme nel settore del lavoro pubblico, si decise di demandare la materia alla contrattazione collettiva. Ma ora Brunetta ha scelto di far ritornare la disciplina nell’alveo delle competenze del legislatore.
Stando alle indiscrezioni, sono state individuate numerose ipotesi che possono portare al licenziamento del dipendente pubblico: innanzitutto, nell’ipotesi di assenza per malattie inesistenti certificate da false attestazioni mediche (e, anzi, il dottore puಠrischiare il carcere e la radiazione); ma èperseguibile, in generale, ogni altra forma di assenza ingiustificata: chi si assenta senza validi motivi dal posto di lavoro per tre giornate anche non consecutive nell’ambito di un biennio o per sette giornate entro il decennio, puಠdire addio al suo impiego.
Ma anche il “no†ai trasferimenti puಠavere serie conseguenze: chi rifiuterà senza validi motivi di essere spostato da una sede all’altra dello stesso ente potrà essere licenziato, purchè la richiesta di trasferimento sia motivata da valide ragioni organizzative interne.
Non meno importante sarà anche il comportamento: coloro che si dimostreranno poco collaborativi o addirittura aggressivi nei confronti dei colleghi o, peggio ancora, dei cittadini, passerà i suoi guai.
Il discorso pi๠complesso, infine, èquello che riguarda la scarsa produttività : appositi e specifici criteri di efficienza saranno approntati per ogni tipologia di attività e chi per tre anni di seguito risulterà poco produttivo rischierà di finire sulla strada.