I dati dell’ISTAT sembrano testimoniare un’inversione di tendenza del mercato del lavoro registrando un aumento degli inoccupati soltanto a fronte di un abbassamento del numero di inattivi. Questo, secondo il ministero e secondo il governo, èuno degli indizi della ripresa italiana.Â
Iniziamo quindi non dai dati ma dalle dichiarazioni di Poletti e Renzi riportate da Repubblica.it:
“i dati Istat di oggi confermano un quadro positivo. L’aumento degli occupati si aggiunge a quello già registrato nel mese precedente. Su base annua, quindi, il numero degli occupati ècresciuto di 215.000 unità , con il forte rafforzamento degli occupati stabili (279.000 in pià¹). Lo stesso aumento, su base mensile, del numero dei disoccupati (+50.000), cui corrisponde una pi๠che doppia diminuzione del numero degli inattivi, evidenzia un maggiore numero di persone che ricominciano a cercare lavoro”. Esulta il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi: “Il Jobs Act funziona, smentiti i gufi”.
Non èuna questione di gufi: il fatto èche siamo di fronte ad un paradosso: l’aumento del tasso di disoccupazione fino all’11,7% in aprile con il numero dei disoccupati in aumento perchè in relazione al calo degli inattivi. Chi non lavora e non cerca un’occupazione ha deciso di dare una svolta alla propria vita. Il tasso di disoccupazione rilevato dall’Istat, infatti, èdato dal rapporto fra i disoccupati e il totale della forza lavoro (occupati, ovviamente chi lavora, e disoccupati, ovvero chi cerca lavoro, ma non lo trova).
Il fatto che molti inattivi abbiano iniziato a cercare un’occupazione, forse aiutati dai movimenti “stagionali”, indipendentemente dal fatto che poi abbiano trovato un’occupazione, èda considerare un dato positivo. Come spiega sempre Repubblica commentando i dati pi๠recenti: “Ad aprile èsuccesso che il 50% di chi ha cercato un impiego lo ha effettivamente trovato: i nuovi occupati sono stati 51 mila, i disoccupati 50 mila, mentre gli inattivi sono 113mila in meno”.